
Alpinismo, una parola che solo a pensarla ha il potere di farti immaginare incredibili avventure, permettendoti di iniziare a sognare ad occhi aperti.
È infatti alle grandi imprese del passato che vanno subito i nostri pensieri quando sentiamo questo termine.
Alle conquiste realizzate dai grandi nomi, come ad esempio Emilio Comici o Giusto Gervasutti, Riccardo Cassin o Walter Bonatti.
La nostra testa inizia a viaggiare tra immense pareti di roccia e grandi distese di ghiaccio.
Ci porta in luoghi lontani, distanti da tutto e da tutti, immersi in una natura tanto selvaggia quanto straordinaria, circondati da un silenzio assoluto.
Ma cos’è veramente l’alpinismo?
Quali sono le origini di questa pratica e come si è evoluta nel tempo?
Come ci si avvicina a questa attività di montagna?
Indice dei contenuti
Cos’è l’alpinismo
È davvero difficile dare una definizione precisa dell’alpinismo.
Da un punto di vista naturalistico può essere visto come la massima espressione dell’esplorazione del territorio montano, in cui si può arrivare a visitare i luoghi più impervi e nascosti delle terre alte.
Sotto il profilo emozionale, si può invece considerare come una pratica che dà l’opportunità di mettersi alla prova, testandosi fino al limite delle forze fisiche e mentali, regalando esperienze indimenticabili.
Tecnicamente parlando, si può infine definire come l’insieme delle difficoltà da superare per salire una montagna, ricorrendo a tecniche di escursionismo, progressione su ferrata, arrampicata sia su roccia che su ghiaccio, sci ecc.
Ma quali sono state le origini dell’alpinismo?
Cosa ha spinto l’essere umano a dirigersi in luoghi così affascinanti quanto pericolosi nel tempo?

Brevi cenni storici
È dalla nascita delle religioni che l’uomo ha cercato di elevarsi il più possibile per tentare di arrivare più vicino alle divinità.
Ed è proprio da qui che si hanno le prime testimonianze di ascensioni alpinistiche.
Ti basti pensare ad esempio, che la prima salita del Rocciamelone, una delle montagne simbolo di Torino, sembra sia stata effettuata nel 1358 d.C. ad opera di un crociato, per mantenere fede ad un voto fatto nei confronti della Madonna.
Successivamente, tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 è stata invece la scienza a muovere l’uomo verso le cime delle montagne, spingendolo sempre più in alto.
È venuta poi l’era dell’esplorazione, fatta per scoprire i luoghi più inaccessibili del mondo e tracciare mappe di territori sconosciuti.
Si è arrivati infine alle conquiste eroiche, tentando vie su pareti sempre più difficili e alla più recente storia di un alpinismo fatto soprattutto di record sportivi e turismo di massa.
L’alpinismo di conquista
È innegabile che la nostra attrazione per questa disciplina è dovuta soprattutto alle storie dell’alpinismo più recente.
Quello che ha cioè caratterizzato le grandi conquiste tra l’inizio del ‘900 e diciamo la fine degli anni ’70 in particolar modo.
Un alpinismo di conquista appunto, eroico, dove personaggi del calibro di Cassin, Bonatti , Messner e tanti altri, hanno lasciato il segno con imprese al limite dell’impossibile.
Ripensiamo alla conquista della nord delle Grandes Jorasses ad opera di Cassin.
La prima salita alla nord del Cervino, realizzata in inverno e in solitaria alla fine della sua carriera alpinistica da Walter Bonatti.
La prima ascensione sulla cima dell’Everest di Messner, senza l’ausilio dell’ossigeno supplementare.
Oggi quel tipo di alpinismo, temerario, avventuroso e romantico se vogliamo, non esiste quasi più.


Le imprese del presente
In verità, anche nel presente c’è ancora chi fa dell’alpinismo esplorativo e di conquista, ma ormai sembra non fare più così notizia.
Ad esempio in territorio extraeuropeo è molto attivo il gruppo dei Ragni di Lecco, gruppo storico dell’alpinismo lombardo.
Come ti accennavo però, sono poche le imprese realizzate oggi che vengono pubblicizzate.
Della maggior parte se ne sa poco o niente, se non si legge qualche rivista specializzata.
Fanno molto più notizia i record sportivi, come per esempio le ascensioni in velocità alla nord dell’Eiger o le conquiste straordinarie, come le invernali sugli ottomila.
L’alpinismo di oggi
L’alpinismo di oggi invece sembra per lo più un fenomeno turistico.
Grazie anche “all’addomesticamento” delle alte quote con l’avvento degli impianti di risalita, nella maggior parte dei casi, con un minimo di competenza e preparazione fisica, chiunque può raggiungere le cime più alte.
Ti basti pensare al caso più eclatante, cioè quello delle code per raggiungere la cima dell’Everest, presa d’assalto dalle spedizioni commerciali che promettono il coronamento di un sogno, in cambio di cifre da capogiro.
Diverse volte mi è capitato di sentire queste parole: “Quest’anno voglio andare a Capanna Margherita”.
Alla mia domanda: “Ma sei mai stato almeno su un tremila o su un ghiacciaio?”
la risposta spesso è stata “No!”
Molte di queste persone non sanno neanche che in realtà si tratta della Punta Gnifetti, cima nel gruppo del Monte Rosa alta 4554 metri su cui poggia il rifugio più alto d’Europa.
Spesso ho l’impressione, che solo perché viene indicata come salita facile (F) e fortemente pubblicizzata, chi non ha una reale idea di cosa vuol dire praticare l’alpinismo, la interpreti come se fosse una passeggiata ai giardinetti.
Insomma, l’alpinismo oggi è forse più un fenomeno di massa, che da la possibilità a chiunque lo desideri, anche a molti non opportunamente formati e preparati, di provare l’ebrezza di andare in alta quota senza correre grossi rischi.
O almeno questo è quello che credono, senza invece sapere quali e quanti pericoli esistono anche in ascensioni così dette facili.

L’alpinismo non è a rischio zero
Voglio citarti le parole che Joe Simpson, alpinista scrittore di grande esperienza sopravvissuto ad un grave incidente dove ha quasi perso la vita, pronuncia nel suo documentario L’Eco del Silenzio:
“Ti illudi di poter controllare la situazione, con la tua esperienza e la tua abilità.
Invece le cose non stanno così”.
Già! Perché gli incidenti in montagna possono succedere a chiunque e non guardano se sei esperto o no, ma questo non vuol dire allora che si debba andare senza cognizione, anzi.
Proprio perché esistono dei pericoli sul quale non puoi avere il controllo, i pericoli oggettivi, è importante ridurre al minimo i pericoli soggettivi, formandoti attraverso corsi del CAI o delle Guide Alpine.
L’alpinismo è una disciplina che richiede una buona formazione e che necessita di fare un’esperienza progressiva nelle difficoltà, soprattutto se si vogliono realizzare obiettivi sempre più ambiziosi, limitando al minimo i rischi.
Anche quando decidi di voler andare “solamente” a Capanna Margherita, devi aver ben presente da subito che sono presenti dei pericoli e che in alpinismo, il rischio zero non esiste!

L‘importanza della formazione e dell’esperienza
Ecco perché è importante formarsi prima di lanciarsi in avventure fuori dal nostro controllo.
Per formarsi intendo frequentare corsi tenuti da figure autorizzate, dove si segue un iter di crescita, apprendendo le tecniche di progressione, nozioni sulla sicurezza, dove si impara a conoscere l’ambiente ecc.
Vorrei attirare la tua attenzione su una situazione assolutamente possibile non così lontana dalla realtà.
Cosa potrebbe verificarsi senza un’adeguata preparazione
Immagina di voler andare su un 4000 facile, diciamo il Breithorn Occidentale.
È perlopiù una camminata su ghiacciaio, dove però si supera una zona fortemente crepacciata, in cui esiste il reale pericolo di poter finire dentro ad un crepaccio.
Decidi di affidarti ad un amico più esperto di te o addirittura ad una guida, che nonostante l’innegabile esperienza corre dei rischi come tutti.
Ora prova ad immaginare in che situazione ti troveresti, se disgraziatamente il tuo compagno capocordata finisse dentro un crepaccio.
- Non sapendo come frenare la sua caduta finisci dentro con lui e ci lasciate le penne entrambi.
- Miracolosamente riesci a bloccare la sua caduta, ma non hai la minima idea di come stabilizzarlo e tirarlo fuori.
Inoltre quel giorno sfortunatamente non c’è assolutamente nessuno che possa aiutarti. (Il fatto di non trovare nessuno sul Breithorn Occidentale è forse la parte meno probabile).

Essere autosufficienti è fondamentale
In montagna essere un minimo autosufficienti è fondamentale.
Soprattutto quando si parla di alpinismo, dove per quanto facile venga valutata un’ascensione non si è esenti da pericoli.
In fondo se ci pensi è anche una forma di rispetto nei confronti di chi ti porta, che potendo contare sulla tua preparazione può affrontare la salita con più serenità.
Il legame che si viene a creare in una cordata è molto forte proprio per questo, perché ci si deve poter fidare l’uno dell’altro in caso di necessità.
Facile non significa semplice o sicuro, è solo una valutazione soggettiva, ma di facile quando si parla di alpinismo non c’è niente.
Può essere facile se va tutto bene e per chi è esperto, ma se qualcosa va storto si può trasformare in una situazione molto difficile.
Consigli sull’avvicinamento all’alpinismo
Se ti stai chiedendo dove voglio arrivare con questo articolo, bene eccoci al dunque!
Vorrei sensibilizzarti sull’importanza di crearti una formazione adeguata per approcciarti all’alpinismo e alla montagna in generale e a darti qualche consiglio sul percorso formativo da seguire.
Se parti da zero per quanto riguarda il frequentare la montagna, ti consiglio prima di tutto di iscriverti a dei corsi di escursionismo estivo e invernale.
Comincia ad apprendere come organizzare un’escursione in montagna, come affrontare un’escursione sulle ciaspole.
Insomma impara tutto quello che serve per iniziare ad andare in montagna in ogni stagione, non solo da semplice turista.
Successivamente segui uno o più corsi d’arrampicata.
Saperti muovere in ambiente roccioso è fondamentale se vuoi praticare alpinismo.
Serve anche per cominciare ad abituarti ad ambienti severi e superare la paura del vuoto e dell’esposizione, timori normali per chi non è abituato.
Solo dopo questo ti consiglio di avvicinarti all’alpinismo con un corso di base.
In questo modo arriverai già con buone nozioni, che ti permetteranno di comprendere meglio tutti gli aspetti fondamentali, che verranno trattati nel corso.

Conclusioni
So benissimo che sei impaziente di dare prova a te stesso di quello che sei in grado di fare, se cerco di darti qualche consiglio è semplicemente perché ci sono passato prima di te.
Non avere fretta, l’alpinismo come molte altre attività richiede tempo per formarti e per crearti un bagaglio di esperienze.
Datti tempo, segui corsi, metti in pratica le nozioni che hai imparato e vedrai che una volta dopo l’altra, riuscirai in imprese sempre un po’ più difficili.
Solo così un giorno riuscirai a coronare veri e propri sogni nel cassetto.
Andare in montagna deve essere prima di tutto una soddisfazione personale, un modo per mettersi alla prova e confrontarsi con se stessi, godendo delle meraviglie della natura.
Fregatene di apparire agli occhi degli altri, non fare le cose solo per poter dire ho fatto questo, sono stato li o cose così.
È meglio realizzare imprese meno eclatanti, ma conquistarle con i propri mezzi e competenze, personalmente ritengo abbiano più valore.
Oggi forse non esistono più molte cime inviolate da conquistare, ma ci sarà sempre la possibilità di metterti alla prova cercando di superare i tuoi limiti e le paure.
È questo l’aspetto più straordinario e sano dell’alpinismo e dell’andare in montagna.
Saluti
Con questo articolo volevo introdurti al mondo dell’alpinismo.
Non alla pratica goliardica o di tendenza del momento, ma a quella attività che puoi sfruttare per cercare di conoscere meglio te stesso.
Andare in montagna per me è un modo per scaricare lo stress della settimana, per allontanare almeno temporaneamente i cattivi pensieri e i brutti ricordi.
Mi aiuta a rigenerarmi ed essere pronto per affrontare con forza e decisione il giorno dopo.
Non mi interessa quanto sia facile o difficile un progetto, preferisco dare importanza al come lo raggiungo.
Spero con queste parole di averti aiutato a fare un po’ più di chiarezza su cos’è l’alpinismo e su quale sia almeno per me, lo spirito giusto con cui praticarlo.
Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto e che lascerai un like e magari un commento per dimostrare il tuo apprezzamento.
Saresti inoltre davvero gentile se potessi condividerlo con i tuoi amici tramite i tuoi profili social, così anche loro potranno capire cosa c’è dietro questo mondo.
Con questo è tutto.
Ti saluto e ti do appuntamento al prossimo articolo sempre qui su Allmountainiste.
A presto!

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